Sapevi che quasi il 40% della Corsica è un parco naturale? È un vero e proprio scrigno di tesori naturali inestimabili, molti dei quali si trovano nella zona occidentale dell’isola. Questo versante presenta ecosistemi differenti dalla bellezza mozzafiato: dal litorale scavato all’aspra dorsale montuosa che divide l’isola da nord ovest a sud est, fino alle valli coperte da immense foreste, la Corsica occidentale offre tutto ciò che state cercando se desiderate una vacanza a contatto con la natura incontaminata. In questo articolo vi suggeriamo alcuni spunti per vivere le avventure outdoor indimenticabili in mezzo ai contesti più belli del Mediterraneo.
Corsica occidentale, un percorso alla scoperta delle sue meraviglie naturali:
Sulla costa occidentale della Corsica, a sud-ovest di Calvi e sulla penisola di Girolata, troviamo una delle perle più preziose dell’isola: la Riserva naturale di Scandola, dichiarata Patrimonio UNESCO. Un’area dalla bellezza selvaggia, istituita nel 1972, che comprende 900 ettari di meraviglie terrestri e 1000 ettari di mare turchese pieno di vita, fra fauna e flora, in mezzo alle immense praterie di Posidonia nei fondali. L’origine vulcanica e l’erosione dell’acqua e del vento hanno portato questo tratto di litorale ad inasprirsi, con montagne che raggiungono i 1000 metri di altitudine e scogliere ripide che si tuffano nel mare, come l’irraggiungibile Tuara. La Riserva di Scandola è infatti accessibile solo in barca dalle bellissime località di Calvi, Galèria e Porto.
Nella regione di Balagne, a nord ovest della Corsica, troviamo la Vallé du Fango, dichiarata Riserva della Biosfera dell’Unesco nel 1977. Questa oasi naturalistica comprende il delta del torrente Fango, vicino al golfo di Galèria, che dà il nome alla stessa Valle. Qui si trovano boschi ricchi di vita e piscine naturali scavate dall’acqua nei canyon, luoghi incantati in cui trascorrere giornate in relax. Goditi questi ritmi tranquilli, il vento che sfiora le fronde, lo scrosciare mite dell’acqua e il Sole che illumina rocce dorate.
Celebri in tutto il mondo, anche Les Calanques de Piana (i Calanchi di Piana) sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Un susseguirsi di formazioni geologiche a sud della cittadina di Porto che si sviluppano, fiere e imponenti, per quattrocento metri di altezza e ricalcando le forme più bizzarre, fino a gettarsi nel Golfo di Porto. Il vento e l’acqua hanno modellato la pietra creando delle opere d’arte straordinarie, tra solchi, fratture e grotte che splendono d’oro e rosso al tramonto: decisamente l’ora del giorno più consigliata per ammirarle in tutto il loro splendore.
La foresta di Aïtone, vicino al villaggio di Evisa, offre un panorama mozzafiato il golfo di Porto. Insieme alla foresta di Valdu Niellu è uno dei boschi di pini larici più belli di tutta la Corsica (proprio il suo nome potrebbe derivare dal latino abies, abete), con 24000 ettari di verde attraversato da sentieri pieni di curve, gole, bacini d’acqua naturali e le magnifiche cascate dell’Aïtone.
L’estremità sud dell’isola, sul versante occidentale, ospita le falesie tra le più celebri del mondo: le Bocche di Bonifacio, lo stretto roccioso che separa la Corsica dalla Sardegna diventato una riserva naturale di 80.000 ettari. Qui si trova la suggestiva città di Bonifacio e le isole Lavezzi, attorno a cui prosperano piante e fauna acquatica attorno al bianco granito. Uno spettacolo da non perdere, non solo per la sua bellezza, ma anche per l’importanza del suo ecosistema naturale.
In particolare, la zona è nota per la presenza di delfini e balene, ma anche per molte specie di pesci come tonni, pesci spada e le magnifiche cernie attorno all’isola di Lavezzi. Per questa ragione è fortemente consigliato visitare le .in barca, e sperare che la fortuna vi arrida: potreste fare avvistamenti che vi lasceranno a bocca aperta.
A dispetto del loro nome, le Isole Sanguinarie devono essere assolutamente visitate se desiderare ammirare la natura nel suo pieno splendore. Fanno parte del comune di Ajaccio e si trovano a largo di Punta La Parata. L’arcipelago è composto da quattro isole: Mezzu Mare, Cormorani, Cala d’Alga e Porri. L’origine bizzarra del nome è da attribuirsi al colore che assumono le rocce (diorite e granito monzonitico, di natura magmatica) durante il tramonto, o a quello dei fiori delle piante di Frankénie in autunno. Oltre a queste, ci una varietà di altre piante endemiche, anche molto rare, come la Helicodiceros muscivorus. Le isole sono disabitate: le tracce umane sono da ricercarsi nella Torre Genovese (l’attuale faro) e in un lazzaretto ormai in rovina. Insomma: la loro conformazione aspra e rocciosa può sembrare ostile, ma una visita in barca in questi siti meravigliosi è d’obbligo.
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